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Esperienza di Vincenzo | aivm.it

La testimonianza di Vincenzo, volontario di Aivm di Pavia.

Due furono gli aspetti convincenti di AIVM che anni fa mi persuasero a diventare sostenitore di AIVM:

  • La sincera carica umana del fondatore dott. Mario Caizzone
  • L’importanza della materia trattata dall’Associazione italiana vittime di malagiustizia, cioè i gravi danni che questa di solito provoca e che sono capaci di ridurre la persona umana alla disperazione.

Una sorta di mobbing sociale, per il quale vale l’ammonimento del profeta : ‘Vae soli’ ! (Qoelet 4,10)

Cioè guai a chi si trova solo ad affrontare queste vere e proprie persecuzioni. Il povero Enzo Tortora docet.

Conobbi il Fondatore nel 2012 e condivisi subito con lui le basi fondative di AIVM e l’ispirazione racchiusa nel motto dell’associazione «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati». (Mt 5,6).

Seppi che poi il programma venne via via presentato a diverse Diocesi, e questa fu un’iniziativa che da loro ricevette attenzione nello spirito del «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).

Da qui la necessità del volontariato in AIVM per dare assistenza a chi è incappato nei ‘briganti’, e cioè coloro che hanno pestato la vita e la dignità delle persone fino a ridurle mezze morte. La parabola del buon Samaritano riassume bene il concetto «Un uomo incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto» (Lc 10,30)

Così fa la malagiustizia senza fare le scuse.

Anche il fondatore incappò in questi ‘briganti’ che in 20 anni lo privarono di tutto: famiglia, amicizie, lavoro salvo scoprire, dopo 20 anni appunto, che le ‘percosse’ ricevute erano del tutto ingiuste. Il settimanale Tempi nella pubblicazione del 20 aprile 2016, descrive bene la sua storia, e consiglio di leggerlo.

Ma ormai, a 50 anni, la vita rimasta, non era più vita, salvo il il desiderio di reagire.

Allora comunicò ad amici l’esigenza di mettere gratuitamente a disposizione di altri malcapitati i rimedi per non diventare ‘nuovi poveri’ e ‘nuovi emarginati’ che sono migliaia, sconosciuti ed abbandonati.

Le modalità di soccorso in AIVM sono note: ascolto, valutazione di esperti dei singoli casi, consiglio, vicinanza e assistenza. Del resto basta collegarsi al sito dell’Associazione o telefonare in sede per saperne di più.

Naturalmente per fare ciò c’è bisogno di chi ascolta, degli esperti di diritto che conoscono i codici, di chi parla con queste persone, di chi condivide stando vicino.  Volontari che danno gratuitamente non accorgendosi che, dando gratis, nei confronti dei bisognosi si comportano come piccoli ‘dei’, in analogia al Dio vero che sempre da gratis da sempre.

Non c’è paga per i volontari. C’è però l’appagamento di aver agito per il bene comune.

Quanti sono i casi finora affrontati. Oltre tremila con forse tremila nuovi poveri in meno.

Ciò è quanto basta per trarre una prima conclusione: «dai frutti conoscerete l’albero» (Mt 7,20) e se questi sono i frutti allora è necessario continuare a portare acqua a questo albero che «… un uomo ha preso e gettato nell’orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami». (Lc 13.19).

Io cosa ho fatto finora come Volontario ? Quello che il tempo e la libertà che dispongo mi ha concesso e che a me pare sempre troppo poco. Però ci sono ormai da quattro anni.

Vincenzo

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