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Cause Amministrative: Il Confronto Dei Tempi tra Italia ed Europa | aivm.it

Le cause amministrative sono da sempre una grande problematica per il sistema giudiziario italiano.

Storicamente, le controversie con la Pubblica Amministrazione hanno sempre avuto delle tempistiche molto lunghe. Basti pensare che, nel non lontano, 2010 la media dei giorni necessari ad ottenere una sentenza di primo grado era di 1037.

Senza considerare poi che, nei casi più complessi, il “muro” dei 3 anni è stato abbondantemente superato, andando ben oltre quei 1037 giorni per la chiusura del primo grado.

Questi dati, benché possano sembrare esagerati, non sono campati per aria, ma li ha forniti, nel 2018, il Rapporto CEPEJ sui sistemi giudiziari europei, dove si trova un quadro dettagliato della situazione.

Evoluzione del problema nel tempo

La notizia – se così possiamo chiamarla – è che, rispetto al 2010, l’Italia è migliorata.

Già nel 2012 la media dei giorni necessari ad ottenere la sentenza di primo grado era scesa sotto la soglia dei 1000, a quota 886.
Sebbene non possa considerarsi accettabile, pareva una buona inversione di tendenza, da continuare e migliorare.

Si è trattato però di un fuoco di paglia, in quanto, nel biennio successivo, la media è salita di quasi 100 giorni, arrivando a 984.
Un trend negativo parzialmente arrestatosi nel 2016, quando il dato è sceso a 925 giorni.

A conti fatti dunque, la soluzione al problema della lunghezza delle cause amministrative in Italia è ben lontana dall’essere trovata.
L’unica speranza è quindi quella di continuare il trend del biennio 2014-2016, senza incappare in nuovi scivoloni.

Sono numeri comunque che ci lasciano abbastanza sbigottiti, un po’ per il confronto con il resto d’Europa, un po’ perché sappiamo bene quanto un processo infinito influisca sui casi di malagiustizia.

Cause amministrative: il confronto con il resto d’Europa

Qualora ve lo steste chiedendo, sì, in Europa le cause amministrative durano generalmente molto meno rispetto che in Italia.

Ci sono casi di stati che fanno peggio di noi, ma, a parte il fatto che sono appena tre, non possono essere confrontati con il nostro Paese.
Queste nazioni sono Cipro (il peggiore in assoluto, con 1582 giorni necessari per ottenere una sentenza di primo grado in una causa amministrativa), Malta (1464 giorni) e Grecia (1086 giorni).

Il confronto con Paesi a noi più prossimi è invece impietoso. Solo il Portogallo, con 911 giorni, si avvicina a noi; tutti gli altri sono abbondantemente sotto i 500 giorni. Dopo il Portogallo infatti, dobbiamo dimezzare il dato per trovare un’altra nazione, è il Belgio, con 429.

In Germania, per esempio, sono necessari 375 giorni per arrivare ad una sentenza di primo grado, mentre in Francia ce ne vogliono 314. Circa un terzo rispetto a noi.
Invece, per i nostri “vicini” svizzeri, la media scende addirittura sotto i 200 giorni, a quota 180.

Nell’Europa dell’ovest il primato per la durata minore del primo grado delle cause amministrative va, tanto per cambiare, ad un paese nordico, la Svezia. Lì bastano in media 108 giorni per avere una sentenza, ovvero otto volte e mezzo in meno rispetto all’Italia.

Nella parte est del nostro continente invece, escludendo la Russia, la medaglia d’oro va alla Lituania, dove bastano 72 giorni per chiudere il primo grado di una causa amministrativa.

Sebbene confrontarci con stati più piccoli del nostro non sia corretto al 100%, non ci sono dunque molte note positive per noi.

Lo scopo di questo confronto era quindi quello di mettere in luce tutte le difficoltà del nostro sistema. Le cause dei dati che vi abbiamo elencato vanno ricercate soprattutto nella complessa burocrazia italiana, da sempre lentissima e decisiva nei casi di processi infiniti.

Dal nostro punto di vista, questo dovrebbe essere l’aspetto da migliorare di più. Perché una diminuzione del tempo necessario per ottenere una sentenza (nelle cause amministrative come nelle altre) inciderebbe in modo significativo sulla diminuzione dei casi di malagiustizia.

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