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Giustizia Incomprensibile Sul Caso Cucchi

L’incomprensibile giustizia del caso Cucchi.

riflessioni di Dacia Maraini sul Corriere della Sera

 L’Aquila e il caso Cucchi, giustizia incomprensibile.

Queste sentenze che si contraddicono pesantemente ci dicono qualcosa sulla guerra in corso all’interno della magistratura. Condannare e poi, in un secondo tempo, dire che “il fatto non sussiste”, è una contraddizione che sconcerta l’opinione pubblica. Se secondo giudici dicono che i primi hanno condannato per una colpa inesistente, non sarà come dare dell’incompetente ai primi? Chi sarà a dire il vero, chi l’onesto e obiettivo giudice? Se il secondo giudizio viene dato come migliore del primo, non sarebbe meglio mandare a casa i primi giudici incapaci e affidarci decisamente ai secondi?I due giudizi su Cucchi costituiscono l’esempio più grave e doloroso. Certo, i cittadini non conoscono i dettagli, ma hanno visto le fotografie di un giovane che entra vivo in una istituzione tenuta a proteggerlo e ne esce morto, con il corpo coperto di lividi. Si è arrivati a dire che quei lividi se li era fatti da solo.

Questo, in termini popolari, si chiama arrampicarsi sugli specchi. E certamente non aiuta ad avere fiducia in una giustizia che ha assolto chi l’ha picchiato. E che dire del caso delle rassicurazioni date alla popolazione dell’Aquila preoccupata per le continue scosse, con la condanna degli scienziati seguita poi dalla loro assoluzione? Dobbiamo pensare che i primi giudici fossero incompetenti, prevenuti, accecati dalla voglia di vendetta, irrispettosi verso la scienza? I cittadini dell’Aquila ricordano che agli scienziati, nel terrore delle continue scosse, era stato chiesto proprio questo: ma corriamo rischi seri? Dobbiamo uscire di casa, trovare rifugio altrove? E la risposta che era arrivata loro era stata: No, state tranquilli. Cosa dovevano fare? Sono andati a dormire: e sono morti in centinaia. Certo le case erano costruite male, con operazioni di speculazione edilizia, senza le garanzie antisismiche.

Ma se ai cittadini non fosse stata assicurata l’impossibilità di una scossa devastante, non sarebbero certo andati a dormire fiduciosi. Sarebbe bastato dire loro: “Nessuno può prevedere con certezza quando un terremoto diventa mortale, ma nel dubbio mettetevi in salvo”. Poi si è detto che la stessa Protezione civile aveva chiesto agli esperti la rassicurazione. La responsabilità, però, rimane. In tutti e due i casi citati, ci troviamo di fronte a una tragedia per il Paese. La fiducia nella giustizia diminuisce ogni giorno e questo dà pace e sicurezza ai malandrini, di tutte le specie.

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