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La Giustizia: Niente Carcere Per Chi Ha 75 Anni

Niente carcere per chi ha 75 anni. FI prepara norma salva-Berlusconi

ROMA – Le notti di Silvio sono turbate dalla paura d’essere arrestato da un pm senza scrupoli? Ci pensa Forza Italia a metterlo tranquillo e a restituirgli il riposo. Lo strumento giusto è un bell’emendamento al disegno di legge Ferranti – Donatella Ferranti, la presidente Pd della commissione Giustizia della Camera – che stringe le maglie sulla carcerazione preventiva e che sarà tra i primi ddl in discussione in aula alla Camera nel nuovo anno.

Detto fatto, la soluzione è semplice, come ai vecchi tempi in puro stile norma ad personam: vietare, sic et simpliciter, la custodia cautelare per chi ha superato la veneranda età di 75 anni. Nessuna deroga, stop all’arresto e basta, proprio in ragione dell’età avanzata. Una manna per Berlusconi, perché gli eviterebbe ogni possibile e brutta sorpresa. Qualsiasi reato dovessero contestargli, anche grave, lui sarebbe salvo.

La discussione sul ddl è cominciata in aula lunedì, tra gli emendamenti presentati finora non figura quello sui 75 anni, ma buone fonti di Fi spiegano che è solo una questione strategica. Meglio presentare il testo, che ovviamente creerà un caso e un caos, solo quando la discussione sarà entrata nel vivo e il ddl starà marciando verso il voto. Un blitz, come sempre quando si parla di giustizia per Silvio.

Nell’entourage di Berlusconi non si parla d’altro. La norma sui 75 anni viene considerata per lui l’ultima spiaggia. Una strada per metterlo in totale sicurezza, nella quale però tutto dipende da come si comporterà il Nuovo centrodestra di Alfano. Se il gruppo dell’ex Guardasigilli, com’è accaduto al Senato per la decadenza, fa fronte comune anche sui 75 anni, allora una speranza di far passare la norma si apre.

Un fatto è certo: appena qualche settimana fa, mentre si discutevano in commissione gli emendamenti al ddl Ferranti, gli allora compagni di partito Francesco Paolo Sisto, rimasto in Forza Italia, ed Enrico Costa, divenuto il capogruppo degli alfaniani alla Camera, avevano firmato assieme un emendamento per escludere dall’arresto gli over 70, anche nel caso di reati gravi come la corruzione.

A opporsi, in quell’occasione, è stato il relatore, oggi forzista, Carlo Sarro, vice presidente della commissione Giustizia e avvocato del ben noto Nicola Cosentino. Ma in quel momento Berlusconi era ancora senatore e godeva dello scudo immunitario contro un possibile arresto, mentre adesso, dopo l’avvenuta decadenza, è tornato a essere un cittadino come tutti, esposto anche a una possibile cattura.

La norma sui 75 anni rischia di essere una pesante zeppa sul ddl presentato sin da aprile da Ferranti, che ha firmato il testo con altri esponenti del Pd. Il ddl 631 è stato poi fuso con altre proposte, tra cui quelle dei forzisti Brunetta e Sisto e dell’adesso alfaniano Costa. Ne è venuto fuori un ddl che impone al pm e al gip maggiore cautela nel decidere l’arresto preventivo.

La principale parola d’ordine è che magistrato e giudice non devono valutare la pericolosità del reato in astratto, ma soppesare bene “l’attualità” concreta della necessità di un arresto. Il criterio, come ha detto in aula la relatrice Pd e avvocato torinese Anna Rossomando, dev’essere quello di “una custodia cautelare come extrema ratio”, solo quando si è davvero certi che nessuna altra misura possibile, come gli arresti domiciliari, risulti inadeguata.

Siamo nel trend di misure che riducono al massimo il ricorso al carcere, anche per evitare il sovraffollamento, nella linea ormai del governo Letta. Ma a questo punto il problema è che gli alfaniani, come Costa, non sarebbero affatto soddisfatti del risultato raggiunto, perché ritengono che il testo sia “troppo morbido” rispetto all’esigenza di alzare l’asticella della carcerazione preventiva. Qui s’innesta la possibilità che sul primo e importante ddl sulla giustizia si ritrovino assieme l’ex Guardasigilli e l’ex premier.

La Repubblica del 12 dicembre 2013.

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