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L'Odissea Di Mario Caizzone Raccontata Ad Affari Italiani

Intervista a Mario Caizzone pubblicata sul quotidiano online www.affaritaliani.it.

Qui il link all’articolo.

L’odissea

Ho vissuto un’odissea. Un incubo lungo vent’anni. Ma adesso ho deciso di ribellarmi e di fare qualcosa di importante per chi, come me, ha sofferto tanto”, Mario Caizzone, 54 anni, racconta in un’intervista ad Affaritaliani.it come ha deciso di creare l’Aivm, Associazione Italiana Vittime della Malagiustizia: “Non tutti hanno la possibilità o la forza di parlare. E in tanti si sono tolti la vita. Voglio aiutarli, almeno dandogli un sostegno morale”. Ma che cos’ha subìto? “Un tentativo di concussione da parte della Guardia di Finanza. Ma sono stato accusato io per calunnia. E sono ancora a giudizio. Le conseguenze sulla mia vita privata e lavorativa sono state devastanti”.

Mario Caizzone, ci racconta che cosa le è successo?

“Tutto è successo quando sono arrivato a Milano. Io sono di Messina, ma mi sono trasferito al Nord per svolgere il mio lavoro. Ero un giovane commercialista, insomma non sono arrivato con la valigia di cartone. Svolgevo compiti di consulenza ad alcune società del Gruppo Imprenori. Poi nel febrraio 1993 Imprenori viene sottoposta a una verifica fiscale. Qualcuno dei finanzieri era del Sud e forse per questo quelli di Imprenori mi hanno chiesto di parlare con loro. Siamo andati a pranzo fuori e i militari mi hanno formulato una richiesta in denaro per “addomesticare la verifica”.

E lei che cos’ha fatto?

Io ho consigliato a quelli di Imprenori a denunciarli, poi non sapevo che magari non ne avevano nessun interesse. Comunque la cosa importante è che io non avevo nessun incarico in queste società. E invece che cosa fanno? Il 22 aprile 1994 arrestano i miei clienti e mettono me ai domiciliari. Da lì è cominciato un calvario che dura ancora oggi. Sono stato denunciato per calunnia dopo che nel 1995 ho deciso di denunciare la tentata concussione.

Sono andato a giudizio per calunnia anche verso i magistrati che mi avevano interrogato. Da entrambi i processi sono uscito pulito. Dal primo processo, invece, quello su Imprenori non ne sono ancora uscito. Dopo che in primo grado mi hanno dato torto ho deciso di rinunciare alla prescrizione e arrivare fino alla Cassazione nella speranza di dimostrare la mia innocenza. Nonostante tutto, credo ancora fermamente nella giustizia.

La vicenda giudiziaria ha avuto ripercussioni sulla sua vita?

Certo, ho perso tante cose. Il lavoro, la famiglia. Non riesco nemmeno più bene a dormire.

AIVM

Quando ha deciso di creare la sua associazione e di che cosa si occupa esattamente?

Ho scelto di dare vita a questa associazione dopo vent’anni di supplizi. Il mio scopo è quello di dare voce a quei poveracci che non possono raccontare la loro storia. Un sacco di gente si è suicidata senza neppure sapere il perché e il per come era stata accusata. L’associazione è aperta a tutti, naturalmente noi non possiamo dare soldi perché non ne abbiamo ma un supporto morale glielo vogliamo dare. Altra gente con meno coraggio di me si è sparata. Già in tanti mi hanno chiamato da tutta Italia. Però vorrei dire un’altra cosa…

La dica.

Diciotto anni di attesa per un professionista sono già una condanna, ancora prima della sentenza.

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