Cina, l’assoluzione 21 anni dopo la condanna a morte
Dal Corriere della Sera del 06/12/2016, articolo a cura di Carlo Baroni
«Ci siamo sbagliati. Scusateci tanto»: così i giudici cinesi si sono giustificati con la famiglia di Nie Shubin. Nel 1995 era stato condannato a morte con l’accusa di aver violentato una ragazza. E la sentenza era stata eseguita. Lo ricorda Milagros Pérez Oliva in un commento sul País. La famiglia di Nie non aveva mai creduto alla sua colpevolezza. E presentato 54 ricorsi per riaprire il caso. Dopo venticinque anni il vero responsabile si è costituito. Troppo tardi. Giustizia non è stata fatta. E resta la polemica sulla pena di morte. Ma i giudici cinesi si sono «scusati».