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Vittime di Reato al Centro del Programma E-Protect dell'Unione Europea | aivm.it

In un articolo scritto da Marzia Paolucci e pubblicato il 23 settembre da Italia Oggi, si parla di un programma europeo per i minori vittime di reato.

Il progetto in questione è stato presentato a Roma lo scorso 12 settembre.


“Garanzie per i minori. Dai Centri scandinavi all’aula doc di Reggio.

Dalle scandinave Barnahus, centri a misura di minore, alle stanze spagnole con tavoli bassi e giochi divisi per età fino a Reggio Calabria dove il minore vittima di reato viene ascoltato una volta sola, insieme da tribunale e procura, per ridurne al minimo lo stress e la possibilità di intimidazione secondaria.

E sempre a Reggio, un’aula protetta adatta ai minori vittime di reato piena di disegni e con un quadro realizzato da un ragazzo detenuto a significare che alle volte vittima e autore di reato possono ritrovarsi dalla stessa parte.

Giuseppina Latella, procuratore della repubblica presso il Tribunale minorile di Reggio Calabria, è uno dei magistrati artefici di buone prassi in Italia e nel mondo raccolte dal progetto europeo per i minori vittime di reato cofinanziato dal programma Giustizia della Ue, E-Protect, presentato il 12 settembre scorso a Roma presso il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità di via Damiano Chiesa.

Curato da Defence for Children International Italia, con la collaborazione del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della giustizia, il lavoro al documento partecipato da cinque paesi membri – Italia, Austria, Bulgaria, Grecia e Romania – è iniziato a ottobre 2017 e si concluderà a fine mese.

Un modo per colmare il gap esistente tra i minori autori di reato oggetto di interventi specializzati dello Stato e i minori vittime di reato che scontano gli svantaggi di un sistema penale disomogeneo.

In testa agli obiettivi dell’iniziativa c’è l’elaborazione di un metodo comune per la valutazione e la protezione individuale dei bisogni del minore vittima, il rafforzamento dell’applicazione della Direttiva 2012/29/Ue in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato, la crescita della consapevolezza dei diritti dei minori garantiti dalla direttiva e un approccio multidisciplinare fondato sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sanciti nella convenzione Onu sui diritti del fanciullo per sviluppare una rete transnazionale di professionisti e operatori al servizio del minore.

Spiega Pippo Costella, direttore di Defence for Children Italia: “La necessità di uniformare le prassi a livello europeo, deriva dal fatto che, pur prevedendo la direttiva delle linee guida, ad oggi la loro applicazione rientra nelle competenze degli stati membri finendo per dipendere, in un ultima analisi, dal modo in cui i singoli professionisti interagiscono con le vittime.

Ed ecco l’importanza di un’unica metodologia volta a qualificare la valutazione individuale dei minorenni vittime di reato perché l’interesse di ogni minorenne sia considerato in maniera preminente in tutti i procedimenti che lo riguardano”.

Una pubblicazione di oltre 90 pagine spiega in cinque capitoli il metodo seguito per la valutazione.

Il primo capitolo, “Una giustizia a misura di minorenne”, fornisce una panoramica del diritto internazionale in materia.

A fronte della mancata realizzazione dell’integrazione dei servizi socio-sanitari prevista dalla legge 2000 n. 328 e della necessità di coordinare procura ordinaria e procura minorile e magistratura ordinaria e minorile, esistono sul territorio nazionale tante buone prassi.

Diversi gli esempi: a Milano, l’Ospedale Fatebenefratelli offre un servizio di consulenza psicologica e legale alle donne e ai minori vittime di violenza, il progetto “Liberi di scegliere” di Reggio Calabria accompagna il minorenne vittima di indottrinamento mafioso verso il raggiungimento dell’autonomia esistenziale e a Genova il registro informatico sui minori è aperto e visibile sia dal tribunale ordinario che da quello minorile.

Così il secondo capitolo spiega il valore della “Cooperazione multidisciplinare e inter-agenzia nella valutazione individuale”.

C’è poi un terzo capitolo dedicato alle “Garanzie di procedura per la valutazione individuale dei bisogni” a cominciare dal rafforzamento del curatore speciale del minore.

Un quarto capitolo è intestato alla “Valutazione dei bisogni individuali”: dalla precedente conoscenza del giudice e dell’ambiente in cui il minore sarà ascoltato alla massimizzazione dei tempi di ascolto del minore fino all’effettiva capacità di assicurare una riuscita fase di follow-up.

Chiude il cerchio il quinto capitolo di “Formazione di operatori e professionisti del settore” dove, tra le altre cose, si scopre che le procedure di accreditamento e di rilascio di autorizzazioni per assistenti sociali e operatori non sono sviluppate in tutti i paesi membri e che, laddove ci siano, non comprendono anche procedure di controllo.”

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