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Delitti contro l'ambiente

Cosa dice il Codice Penale sui delitti contro l’ambiente? Leggi questo articolo per saperne di più e per scoprire cosa prevede la nostra legislazione a riguardo.


Già nell’Art.9 della Costituzione lo Stato si interessa al problema della protezione dell’ambiente.

Ma questo interesse non è fine a se stesso. Infatti l’ambiente è ritenuto un bene comune. Quindi la sua protezione diventa utile “all’esercizio dei diritti fondamentali dell’uomo” che viene citato nell’Art.32 della Costituzione.

L’Art.32 e l’Art.9 creano un triangolo uomo-salute-ambiente. In questo triangolo l’uomo, la salute e l’ambiente si influenzano in modo reciproco.

Quando l’ambiente viene messo a rischio, in maniera automatica, si crea un danno all’uomo e alla sua salute. E’ per questo che all’interno della giurisdizione italiana il rispetto dell’ambiente diventa sempre più importante.

L’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice Penale

Solo nel 2015 con la Legge n. 68 “Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente” (o Testo Unico Ambientale) è stato introdotto all’interno del Codice Penale una sezione dedicata ai delitti contro l’ambiente.

Con questa legge si punisce in modo esemplare chi è responsabile di crimini ambientali. Si modifica una situazione in cui chi danneggiava l’ambiente subiva sole contravvenzioni e sanzioni amministrative.

Le tipologie e le sanzioni dei delitti contro l’ambiente

La nuova sezione introdotta nel Codice Penale sui delitti contro l’ambiente riporta sei fattispecie di delitti. Ecco quali sono e le loro principali caratteristiche.

L’ inquinamento ambientale

Secondo l’Articolo 452 del C.p. è accusato di inquinamento ambientale chi danneggia:

  • Le acque, l’aria o di parti estese del suolo o del sottosuolo
  • Un ecosistema, la biodiversità, la flora o la fauna

Chi causa l’inquinamento ambientale è punito con la reclusione dai due ai sei anni, a cui si aggiunge anche una multa che va da 10.000 a 100.000 euro.

La pena viene aumentata quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico.

Come spiega l’Art. 452, se il delitto ha come conseguenza quello di provocare danni alla salute dell’uomo, la reclusione può arrivare fino a dodici anni nel caso di morte della persona.

Il disastro ambientale

L’Articolo 452 dice anche che è accusato di disastro ambientale chi determina:

  • L’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema
  • L’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti onerosa e realizzabile solo con provvedimenti eccezionali
  • Un danno alle persone a causa del disastro ambientale

Chi causa un disastro ambientale è punito con la reclusione da cinque a quindici anni.

Inoltre quando il disastro si crea in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico la pena è aumentata.

Il traffico e l’abbandono di materiale ad alta radioattività

L’Articolo 452 dice che chiunque traffichi o getti illegalmente materiale ad alta radioattività è soggetto alla reclusione da due a sei anni e ad una multa che va da 10.000 a 50.000 euro.

La pena è aumentata di un terzo se ne consegue il danneggiamento:

  • Delle acque, dell’aria, di parti estese o significative del suolo o del sottosuolo
  • Di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna

Se il fatto mette in pericolo la vita o l’incolumità delle persone, la pena è aumentata fino alla metà.

L’impedimento del controllo

L’art. 452 punisce inoltre con la reclusione da sei mesi a tre anni chiunque neghi l’accesso, intralci l’attività di vigilanza e di controllo ambientale.

Laddove è presente un ostacolo (es.mezzi meccanici) viene disposta una confisca dello stesso.

L’ispezione dei fondali marini

È accusato di illecita ispezione dei fondali marini chi utilizza la tecnica dell’air gun o altre tecniche per le attività di ricerca sui fondali marini finalizzate alla coltivazione di idrocarburi.

Chi è accusato di questo delitto è soggetto ad una reclusione che va da uno a tre anni.

L’omessa bonifica

L’Articolo 452 si occupa anche del caso di omessa bonifica. Secondo l’articolo chi non si occupa di bonificare, pur essendo obbligato per legge, è punito con la reclusione da uno a quattro anni e una multa da 20.000 a 80.000 euro.

L’obbligo dell’intervento può derivare direttamente dalla legge, da un ordine del giudice o da una pubblica autorità.

Cosa dice l’Istat sui delitti contro l’ambiente

I dati Istat aggiornati al 2018 ci restituiscono dei numeri importanti relativi ai delitti contro l’ambiente. In particolare le leggi attuali a tutela dell’ambiente hanno creato un aumento dei procedimenti presso le Procure.

Essi sono passati dai 4.774 del 2007 ai 12.953 del 2014. Nel 2016 sono scesi a 10.320. In particolare nel 2016 le violazioni contestate per la gestione dei rifiuti sono state 8.792.

Questo significa che le punizioni che sono state create con la nuova sezione sui delitti contro l’ambiente inizia ad avere degli effetti positivi sull’ambiente e sul comportamento delle persone.

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