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Giovane Monregalese Detenuto Ingiustamente in Inghilterra

Nella nostra rassegna stampa odierna, noi di AIVM vi proponiamo un articolo preso da Cuneo24, in cui viene riportato un caso di malagiustizia che ha visto coinvolto un giovane ragazzo di Mondovì, detenuto ingiustamente in Inghilterra da ormai più di 100 giorni.


Lamberto Giusti, Cuneo 24– 13 Novembre 2019

La vicenda sembra una spy story ma purtroppo rappresenta una tragica realtà per il giovane, prima schiavizzato dai trafficanti di droga e poi scambiato per uno di loro e arrestato dalla polizia inglese. Ora è in carcere in attesa del processo ma la famiglia non si arrende e invoca l’aiuto del Governo italiano

Potrebbe sembrare la trama di un film giallo se non fosse l’amara realtà che sta vivendo un giovane monregalese che da oltre 100 giorni è detenuto in un carcere inglese. La sua vicenda è raccontata dal legale di famiglia, l’avvocato Enrico Martinetti, che denuncia quello che risulterebbe essere un chiaro errore giudiziario.

Il racconto è allucinante: il giovane, 18 anni, ha lavorato per un anno in un’impresa edile a Londra, dove aveva deciso di trasferirsi nel gennaio del 2018. Finito quel primo contratto il ragazzo ha cercato un altro lavoro. Lo scorso giugno venne contattato da un uomo dall’accento turco che gli diede appuntamento fuori Londra per poi portarlo a Lenwade, nella contea di Norfolk, in un opificio nel quale veniva lavorata la cannabis.

A quel punto lo scenario è cambiato completamente perché il giovane è diventato prigioniero di una banda di trafficanti che lo ha costretto a lavorare per loro insieme ad altri giovani, almeno 7 o 8, in un luogo da quale era impossibile scappare. A luglio la polizia, che era sulle tracce dei trafficanti, fece irruzione nell’opificio e arrestò tutti quanti, delinquenti e vittime. E qui inizia un nuovo capitolo della disgraziata vicenda del monregalese che invece di essere liberato dai suoi aguzzini ne trova altri che lo incarcerano con l’accusa di aver prodotto un quantitativo di cannabis, droga di classe B, in violazione della legge inglese.

L’avvocato della famiglia del giovane ha contattato il premier Conte per informarlo della vicenda sottolineando lo sconcerto per il fatto che il ragazzo, incensurato e senza pendenze penali sia in Italia che in Inghilterra, sia in carcere da oltre 100 giorni in attesa del processo che verrà celebrato solo nel gennaio del prossimo anno. La richiesta avanzata al Governo italiano, al ministro della Giustizia e alla Farnesina è chiara: “L’Italia intervenga per tutelare un concittadino vittima di ingiusta detenzione. E per di più sequestrato dagli aguzzini, che lo hanno costretto a lavorare in una fabbrica di stupefacenti”.

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