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Carcere Per Sbaglio: Non Riceverà Risarcimento | aivm.it

Sull’edizione online del 15 luglio de “Il Giorno“, Beatrice Vespa ci parla di una brutta storia avvenuta a Brescia. Un uomo è finito in carcere per sbaglio, dopo che un’anziana si era inventata di essere stata violentata.


Brescia, in carcere per sbaglio: non verrà risarcito

Brescia, 15 luglio 2019 – Un’anziana accusa il vicino del piano di sopra, un romeno incensurato, di averla stuprata nel cuore della notte dopo essersi introdotto nella sua abitazione.

Seguono ondate di sdegno collettivo in mezza Italia.

L’uomo viene arrestato, ma dopo qualche settimana c’è un colpo di scena: si scopre che Angela Betella, classe 1929, di Castelcovati, si è inventata tutto con un complice per fare pagare allo straniero cattivi rapporti di vicinato, spiega la Procura.

Nel frattempo però, Saint Petrisor, muratore 35enne, ha trascorso quaranta giorni in carcere.

È tornato in libertà solo grazie alla prova del dna che lo ha scagionato, ma per l’ingiusta detenzione il finto mostro non otterrà alcun indennizzo.

Motivo: «La Corte d’appello ha rigettato l’istanza di risarcimento ritenendo che il mio assistito non si sia subito fatto trovare quando i carabinieri lo cercavano per arrestarlo – spiega l’avvocato Cristian Mongodi, che lo difende -.

In realtà non era irreperibile, si era semplicemente trasferito da un cugino. Tre giorni dopo è andato a lavorare normalmente, dunque non intendeva affatto nascondersi o scappare.

Per i giudici pero’ con questo piccolo ritardo ha rallentato le indagini».

Petrisor aveva quantificato l’indennizzo in 25mila euro – il massimo previsto per legge è 516.450 – commisurando la cifra alle giornate di privazione della libertà.

Un periodo limitato, che tuttavia gli aveva causato la perdita del posto lavoro in una fabbrica di Calcio, nella Bergamasca, e il successivo rientro in patria con moglie e figli.

Ha rinunciato a impugnare in Cassazione l’ordinanza di rigetto della richiesta di ristoro, e non è tornato dalla Romania nemmeno per costituirsi parte civile al processo per calunnia aggravata contro la novantenne e un altro vicino, Pietro Preti, 72 anni, stando all’accusa l’amante della calunniatrice.

Il dramma, poi virato in commedia, iniziò il primo ottobre 2016.

La signora si recò dai carabinieri per raccontare che Petrisor nel cuore della notte si era intrufolato in casa sua, aveva afferrato un coltellaccio in cucina, si era diretto verso la sua camera, l’aveva sorpresa nel sonno e, puntandole la lama alla gola, l’aveva violentata.

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