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Un imputato può chiedere al giudice il rito abbreviato. Questo “strumento”, in certi casi, può essere molto utile per l’imputato. Leggi di più!


Il rito abbreviato è stato inserito nel Codice di Procedura Penale per accelerare i tempi della giustizia. L’imputato può ottenere uno sconto di pena e una riduzione della durata del processo. In cambio, egli rinuncia a fornire le prove necessarie per la sua difesa.

Definizione

Il rito abbreviato, o giudizio abbreviato, è un procedimento penale speciale previsto dall’articolo 438 del Codice di procedura penale.

Questo procedimento prevede che l’imputato possa chiedere al giudice di rinunciare alla fase di dibattimento in cambio di un considerevole sconto di pena.

Il giudice deve emettere la sentenza sulla base degli atti acquisiti prima delle conclusioni finali. Ciò determina una riduzione della durata del processo.

Pertanto, scegliendo il rito abbreviato, l’imputato, non può fornire delle prove a sua discolpa, come ad esempio, presentare dei testimoni. Egli è giudicato sulla base delle prove raccolte dal pubblico ministero.

In caso di condanna, il giudice ordina la riduzione di un terzo della pena per i delitti, e della metà per le contravvenzioni. La condanna all’ergastolo viene sostituita con la reclusione a 30 anni, mentre l’ergastolo con isolamento diventa ergastolo semplice.

Le Fasi

L’imputato può richiedere il rito abbreviato, personalmente oppure tramite un procuratore speciale, sia in forma orale che scritta. La richiesta deve essere inviata prima che giudice abbia espresso le conclusioni finali sul caso.

L’imputato, mentre sta compilando la richiesta, sceglie consapevole di rinunciare alla ricerca di nuove prove per la propria difesa. In cambio, egli guadagna una diminuzione della lunghezza del processo ed una riduzione della pena in caso di condanna.

Il giudice, tranne nei casi di condanna all’ergastolo, non può rifiutare la richiesta. Tuttavia, egli, se ritiene di non avere gli elementi per decidere, ha la possibilità di chiedere una integrazione probatoria.

Dopo la richiesta, il giudice, tramite un’ordinanza, dichiara il passaggio dal rito ordinario al rito abbreviato. Se il giudice rifiuta la richiesta; l’imputato può rinnovarla fino a quando non sono state formulate le conclusioni definitive.

Il rito abbreviato si svolge in Camera di Consiglio, in forma privata, a meno che tutti gli imputati presenti non dichiarino esplicitamente di voler procedere con una seduta pubblica.

Dopo la discussione, il giudice condanna o proscioglie l’imputato sulla base delle prove contenute nel fascicolo del Pm.

Il rito abbreviato provoca dei limiti alla possibilità di proporre appello. Il Pm non può proporre appello contro le sentenze di condanna e l’imputato contro quelle di proscioglimento.

Vantaggi

Il principale beneficio del rito abbreviato è la riduzione di un terzo della pena in caso di delitto e della metà in caso di contravvenzione. Tale riduzione è applicata alla pena che il giudice decide di assegnare all’imputato.

Ad esempio, se un giudice condanna un soggetto a tre anni di reclusione, grazie al rito abbreviato, la pena sarà ridotta di un anno e la condanna sarà di soli due anni di reclusione.

Un ulteriore vantaggio riguarda il compenso dell’avvocato. Ci sono meno udienze rispetto al rito ordinario. Per questo motivo, spesso, il compenso dell’avvocato nel caso di rito abbreviato, risulta essere minore rispetto a quella del processo ordinario.

Infine, con il rito abbreviato il processo finisce più rapidamente. L’imputato passa meno tempo con un processo a carico, riuscendo così risparmiare tempo e denaro.

Svantaggi

Il principale svantaggio del rito abbreviato è che l’imputato non può presentare delle prove a tuo discolpa. La decisione del giudice si basa esclusivamente sugli atti di indagine raccolti dal pubblico ministero.

Inoltre, un giudice può decidere di assegnare all’imputato una pena più severa per annullare la riduzione di pena prevista dal giudizio abbreviato. Egli dovrà comunque spiegare perché non sia partito dal minimo della pena.

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