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uomo in carcere

Accusato di un omicidio mai commesso, un imprenditore vesuviano trascorre 800 giorni in carcere da innocente.


Ritenuto responsabile di un omicidio, Girolamo De Falco ha scontato ingiustamente 800 giorni in carcere da innocente, a causa di una intercettazione ambientale mal interpretata.

Questa è la triste storia di malagiustizia avvenuta a Napoli che ha portato un imprenditore a trascorrere, esattamente due anni e diciannove giorni in carcere, per un omicidio che non aveva commesso.

Leggi ora la sua storia di malagiustizia!

La Vicenda

La vicenda risale al 9 dicembre del 2006, quando venne ucciso ad Afragola, Luigi Borzacchiello, un costruttore edile di 47 anni, che aveva precedenti penali ed era legato al clan dei Mariniello. In questa storia, Girolamo ha l’unica colpa di essere il fratello di uno dei boss.

Inoltre, ci sarebbero due elementi che, secondo i pm, determinerebbero la colpevolezza dell’uomo:

  1. l’accusa di Pasquale Di Fiore, un collaboratore di giustizia, che accusa direttamente l’imprenditore di essere il mandante dell’omicidio di Luigi Borzacchiello;
  2. un’intercettazione ambientale.

Sulla base di queste prove, i giudici della Quinta Sezione della Corte d’Assise di Napoli, non avevano dubbi sulla colpevolezza dell’uomo.

Nel 2014 l’imprenditore fu condannato a 30 anni di carcere e costretto a pagare alla Provincia di Napoli un risarcimento per i danni all’immagine arrecati dall’omicidio dai fini camorristici.


L’Assoluzione

Dopo 800 giorni passati in carcere e privato ingiustamente della propria libertà, per l’imprenditore Di Falco arriva il momento di un nuova verità.

Assistito dall‘avvocato Marianna Febbraio, le prove che, in precedenza, dichiaravano Girolamo colpevole, cominciano a sgretolarsi come granelli di sabbia.

Secondo la tesi difensiva, le accuse del collaboratore di giustizia, Pasquale di Fiore, erano poco credibili in quanto le dichiarazioni presentavo delle contraddizioni.

Da una nuova valutazione dell’intercettazione ambientale, l’avvocato Febbraio evidenzia la confusione delle voci e l’impossibilità di ricondurre anche solo una frase intercettata all’imprenditore condannato per omicidio.

Nel 2016 cambia il quadro giudiziario per Girolamo de Falco, che viene assolto definitivamente dalla Corte d’Appello, per mancanza di prove attendibili.


Il Risarcimento

Giunge al termine nel 2019 l’incubo giudiziario per l’uomo partenopeo, che ha trascorso più di 800 giorni in cella da innocente. All’imprenditore era stato accordato un maxi-risarcimento per ingiusta detenzione: oltre 188 mila euro.

Tuttavia, ciò che è un diritto per ogni cittadino vittima di malagiustizia, nel caso di Girolamo diventa un ulteriore calvario.

La norma, prevede delle limitazioni quando l’ingiusta detenzione nasce anche in conseguenza della condotta o delle “frequentazioni” del condannato.

Ma l’imprenditore napoletano non poteva non frequentare i suoi familiari e quindi alla fine, ha ottenuto come magra consolazione il rimborso dello Stato.

Tuttavia, nessun compenso economico sarà mai sufficiente a ripagare un uomo della mancanza della propria libertà e dignità.


Se hai trovato interessante questa vicenda giudiziaria, ti consigliamo di leggere un’altra storia di malagiustizia che ha visto come protagonista, nel lontano 1994, Gaetano Murana.

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