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Cause pendenti: come è messa l'Italia rispetto all'Europa | aivm.it

Il numero di cause pendenti ogni anno in Italia, per processi civili e penali, supera di gran lunga quello della maggior parte degli stati europei.

Tutti noi sappiamo bene quanto i processi in Italia siano, al netto di alcune migliorie apportate negli ultimi anni, ancora molto lenti.

Questo fatto, unito alla complessa burocrazia nostrana, si traduce in un accumulo di cause pendenti, che non riescono dunque a essere smaltite entro l’anno in cui sono iniziate.

Possono sembrare argomenti lontani, tuttavia, chi si è interfacciato con la giustizia italiana sa bene quanto questo problema sia annoso.

Può essere utile dunque capire, con i dati del Rapporto CEPEJ sui sistemi giudiziari europei, quanto l’Italia pecchi nello smaltimento delle cause pendenti e cosa succede invece in Europa.

Quante cause di prima istanza restano pendenti ogni anno, in Italia e in Europa, nei processi civili?

Le notizie che arrivano dal rapporto non sono molto positive.

Sebbene tra il 2010 e il 2016 l’Italia sia stato l’unico paese ad aver costantemente diminuito il numero delle cause pendenti di prima istanza lasciate insolute nell’anno, il bilancio rimane abbastanza drammatico.

In un anno, nel Belpaese rimangono pendenti 4,1 processi civili di primo grado ogni 100 abitanti. A livello continentale solo la Bosnia Erzegovina (7,2) fa peggio di noi, anche se con una popolazione molto minore.

Il problema assume contorni ancora più cupi se consideriamo questo dato nel suo complesso.
Quel 4,1 si traduce infatti, su una popolazione di circa 60 milioni di abitanti, in quasi 2 milioni e mezzo di cause pendenti di prima istanza ogni anno. In questo “non ci batte” nessuno.

Ad ogni modo, il percorso intrapreso sembra essere quello buono. Dal 2010, l’Italia ha diminuito di un terzo il numero relativo alle cause pendenti, passato da 6,3 al già citato 4,1.

La distanza da colmare è però lunga, basti pensare che la media dell’intero continente europeo è di 1,6 cause pendenti, mentre altri due grandi stati come Francia e Germania ne hanno, rispettivamente, 2,4 e 0,9.

Il modello, anche se inarrivabile, dovrebbe essere quello nordico, dove il dato è clamorosamente basso.

In Norvegia, per esempio, le cause pendenti di prima istanza ogni anno sono 0,2 ogni 100 abitanti, in Danimarca sono invece 0,4, mentre la palma d’oro in questa classifica se lo aggiudica la Finlandia con 0,1.

Quante cause di prima istanza restano pendenti ogni anno, in Italia e in Europa, nei processi penali?

Anche per quanto riguarda le cause pendenti nei processi penali non siamo messi benissimo.

In Italia restano pendenti ogni anno 2,17 processi penali di primo grado ogni 100 abitanti. Siamo lontani da numeri accettabili per un Paese come il nostro, basti pensare che la media del continente europeo è circa la metà, 1,08.

Peggio di noi fanno solo Cipro, Malta, Serbia, Montenegro e Bosnia Erzegovina, tutte nazioni difficilmente accomunabili all’Italia in qualsiasi altro contesto.

Per nostra sfortuna, siamo invece abbastanza lontani da tutti gli stati europei più avanzati.

Nel Regno Unito, le cause pendenti nei processi penali sono circa un quarto rispetto alle nostre (0,57), mentre in Germania sono ancora minori (0,39).

Irraggiungibile, come sempre, il nord Europa, dove Svezia, Finlandia e Danimarca si stanziano tutte attorno allo 0,30. La Norvegia invece si posiziona addirittura al primo posto della classifica europea, con solo 0,10 cause pendenti ogni 100 abitanti per i processi penali di primo grado.

Insomma, abbiamo capito che l’Italia ha molta strada da fare per raggiungere la media europea.

Anche se non in tempi brevi, essa dovrebbe comunque essere raggiungibile. Tuttavia, per ottenere questo risultato, è necessario passare attraverso uno snellimento della burocrazia che diluisca gli infiniti tempi della giustizia italiana.

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