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Sono ben 837 i cancellieri idonei al concorso per assistenti giudiziari, tutti in attesa di poter lavorare nei tribunali. Un altro dei paradossi della nostra giustizia.


Viviana Lanza, Il Riformista, 04/06/2020

Negli uffici giudiziari napoletani le scoperture di personale amministrativo si attestano in media tra il 25 e il 39 per cento. Ci sono uffici dove è previsto poco più di un dipendente amministrativo per ogni magistrato e per coprire i vuoti in organico è necessario ricorrere all’applicazione di personale degli uffici del distretto.

Nell’ultimo anno le piante organiche dei magistrati hanno avuto un aumento di 600 unità in tutto il distretto di Napoli con l’obiettivo di rafforzare gli uffici giudiziari con maggiore difficoltà e in particolare quelli della Corte di appello e del Tribunale di Napoli Nord.

Il 3 febbraio scorso si è avuto un ulteriore scorrimento nella graduatoria degli assistenti giudiziari risultati idonei al concorso indetto nel 2016 a distanza da venti anni dal precedente, una iniezione di forza lavoro attesa da tempo e che ancora servirebbe per risolvere il problema della carenza di personale, motivo delle maggiori criticità del sistema giustizia e acuito dal susseguirsi di pensionamenti con Quota 100.

Negli uffici giudiziari della Procura di Napoli, ad esempio, si prevede entro l’anno una scopertura di 100 unità pari a circa il 25 per cento. Nei Tribunali di Roma e Napoli, con i pensionamenti previsti per i prossimi mesi, si calcolano invece scoperture del 39 per cento.

Con questi numeri diventa difficile rimettere la giustizia al passo, soprattutto dopo lo stop imposto dal lockdown a causa della pandemia da coronavirus.

A Napoli si pensa di far a accelerare i passi della giustizia e a giorni il presidente della Corte di appello, Giuseppe De Carolis, dovrà pronunciarsi sulle nuove linee-guida che il presidente del Tribunale di Napoli Elisabetta Garzo ha annunciato di voler adottare giovedì nel corso del question time con il presidente dell’Ordine degli avvocati di Napoli Antonio Tafuri. 

Ma il personale amministrativo sarà sufficiente a sostenere questi nuovi ritmi? “Siamo pronti a dare il nostro contributo. Vorremmo essere assunti quanto prima perché sappiamo che la situazione della giustizia era difficile già prima e con il Covid è ulteriormente peggiorata”, afferma Emanuela Coronica in rappresentanza degli 837 idonei al concorso per assistenti giudiziari.

“Sono aumentati gli arretrati, molti tribunali stentano a ripartire. L’emergenza durerà ancora fino al 31 luglio e la maggior parte del personale lavora in smart working e in più c’è il problema del processo da remoto e quello della difficoltà ad accedere ai fascicoli se non dall’ufficio”, aggiunge Coronica descrivendo lo scenario della giustizia nella fase di ripresa dopo il blocco causato dalla pandemia.

Gli assistenti giudiziari sono una forza lavoro immediatamente disponibile per i tribunali. Sono una soluzione all’esodo di dipendenti in pensione con quota 100 e a un personale la cui età media è sempre più alta, arrivando a superare i 50 anni.

Al momento in graduatoria ci sono 837 idonei in attesa di essere chiamati in servizio, ma nei fatti dovrebbero essere di meno perché molti nel frattempo hanno vinto altri concorsi accettando altre opportunità di lavoro.

Ottocento unità da introdurre nelle attuali scarne piante organiche degli uffici giudiziari sarebbero una risorsa da non mandare sprecata soprattutto in un momento come questo attuale in cui per recuperare i processi arretrati che si sono accumulati negli ultimi mesi occorre premere sull’acceleratore.

In un recente seminario sull’organizzazione della ripresa, Barbara Fabbrini, capo dipartimento del ministero della Giustizia, ha annunciato l’assunzione entro l’anno degli idonei ancora in graduatoria.

“Ci auguriamo che entro ottobre saremo chiamati a dare il nostro contributo come assistenti giudiziari”, conclude Coronica che aggiunge: “Non siamo la soluzione ai problemi della giustizia, ma sicuramente possiamo essere una soluzione”.

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