Il commercialista Mario Caizzone è coinvolto in una querelle giudiziaria che dura da circa 20 anni.
La procura di Milano aveva indagato Caizzone come sindaco della fallita società Imprenori S.p.A., nonostante egli non avesse mai ricoperto alcuna carica nella suddetta società, come facilmente dimostrabile attraverso visura della Camera di Commercio (qui in allegato, mentre l’intera vicenda giudiziaria è su www.mariocaizzone.it).
Come E’ Partito Il Caso Di Malagiustizia Di Mario Caizzone
17 novembre 2009
Caizzone presenta un esposto al Presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano, Dott. Filippo Lamanna (cfr esposto 17/11/2009), che ha come oggetto:
“Esposto sulla gestione delle procedure fallimentari del Gruppo Imprenori/CIS da parte della curatela – R.G. N.57959 del 10/12/1993 – G.D. Alida Paluchowski – Curatore Dott. Giuseppe Ugo” (cfr fallimento gruppo Imprenori/CIS).
Con il documento, Caizzone intende fare chiarezza sulla situazione complessa in cui è stato coinvolto e ottenere giustizia che fino a quel momento risulta pregiudicata dalla mancata disponibilità della Curatela a prendere in considerazione le informazioni fornite da Caizzone e ad accogliere le sue ripetute richieste di essere sentito a verbale (qui trovi l’Interrogatorio del Dr. Ugo durante l’udienza del Tribunale Fallimentare).
Per supportare le sue dichiarazioni, Caizzone evidenzia nell’esposto le anomalie riscontrate circa il profilo gestionale e patrimoniale del fallimento del Gruppo Imprenori, relativamente alla condotta della Curatela. Caizzone fornisce una dettagliata documentazione al fine di sollecitare il giudice della Fallimentare a svolgere indagini sulla gestione del gruppo, sulla condotta del Curatore Dott. Giuseppe Ugo e sui rapporti dello stesso con soci e manager delle società fallite.
Non avendo ricevuto alcuna risposta all’esposto di cui sopra, nel 2010 Caizzone presenta un sollecito al Presidente della Sezione Fallimentare Dott. Filippo Lamanna, (cfr sollecito 9/3/2010) dove chiede di essere informato sull’esito dell’esposto inviato nel 2009 e di essere sentito personalmente.
Nessun riscontro, ma molti colpevoli silenzi
Aprile 2010
Non avendo avuto alcun riscontro, Caizzone incontra il Presidente della Sezione Fallimentare Dott. Filippo Lamanna, il quale lo rinvia al Giudice Delegato, Dott.ssa Caterina Macchi. Dopo una breve discussione, il Giudice Delegato Macchi riferisce a Caizzone che non è sua intenzione discutere con lui dell’argomento, ma che predisporrà una relazione scritta all’attenzione del Presidente della Sezione Fallimentare Dott. Filippo Lamanna, che, con fax compilato a mano, con l’intestazione Tribunale Civile e Penale di Milano, replica così (cfr fax 20/4/2010):
Risposta a nota esposto dott. Caizzone
Oggetto Rapporto G.D. Dott.ssa Macchi su esposto Dott. Caizzone
Risposta al dott. Caizzone:
In relazione alle sue richieste di svolgimento di indagini sull’operato del Dott. Ugo in relazione al fallimento Imprenori (e altri fallimenti del gruppo), allego la relazione depositata dal G.D. su mia richiesta.
Alla luce di quanto riferitomi, non vi è luogo ad esserci alcun provvedimento sulla sua istanza.
Cordiali Saluti
Si allega relazione scritta del Giudice Delegato Caterina Macchi (cfr relazione Dott.ssa Macchi).
Mario Caizzone Incontra Il Presidente Della Sezione Fallimentare.
28 aprile 2010
Il Dott. Caizzone incontra nuovamente il Presidente della Sezione Fallimentare Dott. Filippo Lamanna confutando per punti la relazione scritta del Giudice Delegato Dott.ssa Caterina Macchi:
1) non corrisponde al vero che Caizzone sia stato membro nel consiglio di amministratore della fallita società Imprenori S.p.A.;
2) non corrisponde al vero che Caizzone sia stato ammesso né come creditore chirografario, né come creditore privilegiato;
Caizzone fa inoltre presente che non vi è stato alcun approfondimento in merito alle circostanze ed ai fatti concreti citati sottolineando 5 gravi inadempienze:
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- Le contraddittorie dichiarazioni del curatore in merito all’attivo ante fallimento e post fallimento.
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- L’ammissione da parte dello stesso GD di un consistente risultato patrimoniale, in evidente contrasto con la previsione del curatore in merito al realizzo.
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- Il silenzio circa la cessione per 1 (un) euro della società Edilizia srl e le cessioni di beni a favore di soggetti coinvolti nel fallimento.
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- Il silenzio sulla mancata attrazione nella procedura di diverse società con consistente patrimonio.
- Il silenzio circa le diverse transazioni e compensazioni operate dal curatore nell’ambito delle varie società del gruppo.
In attesa di replica, il 29 aprile 2010
Caizzone deposita, sempre all’attenzione del Presidente della Sezione Fallimentare Dott. Filippo Lamanna, una memoria per ribadire quanto già precisato in precedenza (cfr memoria 29/4/2010). Non avendo ricevuto alcuna risposta, nel febbraio 2011 Caizzone presenta ulteriore esposto al Dott. Filippo Lamanna (cfr esposto 21/2/2011), ribadendo quanto già affermato negli esposti precedenti e precisando che le affermazioni della Dott.ssa Caterina Macchi, come già riferito al Presidente della Fallimentare, possono ritenersi del tutto false. Chiede inoltre di conoscere quali siano le fonti da cui il Giudice Delegato dott.ssa Caterina Macchi abbia dedotto tali affermazioni non veritiere.
Caizzone auspica che il Presidente della Sezione Fallimentare, il Dott. Filippo Lamanna, fornisca un riscontro oggettivo alle sue richieste e che agisca allo scopo di chiarire la strana e inquietante commistione realizzatasi fra curatori e manager delle società fallite, nonché la superficialità nella condotta dei vari giudici delegati.
Come si vede leggendo queste note, Caizzone, nonostante questa disavventura ventennale e le scorrettezze di alcuni magistrati distratti o negligenti, ha tuttora fiducia nella magistratura.
E’ auspicabile che il Dott. Filippo Lamanna, Presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano, funzionario chiamato a doveri di tale responsabilità, sia in grado di motivare o giustificare i ritardi e le leggerezze, nonché ristabilire le reali responsabilità in una vicenda persecutoria che si trascina da 20 anni, mentre i veri responsabili godono di dorata impunità.
Copia del presente documento è stata inoltrata anche al Presidente del Tribunale di Milano, Dott.ssa Livia Pomodoro, al Presidente del Tribunale di Brescia, alla Procura della Repubblica di Brescia e al Ministro di Grazia e Giustizia.
28 marzo 2014
Ho dovuto aspettare 21 anni per riavere il certificato penale immacolato (certificato casellario giudiziario), ma il mistero è rimasto.
non dici nulla di nuovo mario..la tua disavventuta è cominciata due anni dopo la mia.
prima delle nostre oltre quattro milioni e mezzo di casi di malagiustizia dall’inizio della prima repubblica ad oggi..un’altro olocausto tenuto gelosamente nascosto da questi politici schifosi che pensano solo ed esclusivamente ai loro interessi!!
lo scenario della malagiustizia è inutile ormai nasconderlo svela un quadro spaventoso in italia, i cittadini sudditi assistono sgomenti ai processi mediatici..districandosi tra colpevolisti e innocentisti piscologi e criminologi allo sbaraglio trasformando la giustizia in spettacolo televi9sivo.
ci sarebbe tanto da dire alla gente di quale pericolo corrono ogni giorno..difatti su ogni cittadino italiano, pende sulla sua testa una spada di damocle pronta a colpirlo in qualsiasi momento..non è necessario essere una persona onesta e pulita ciò è solo un insignificante dettaglio..ciò che interessa a chi amministra la giustizia ” a nome e per conto del popolo italiano ” è trovare un accusatore il più possibile credibile..poco importa se le sue affermazioni non trovano riscontri a luogo spazio e tempo.
Ci sono anche altri aspetti da non sottovalutare : chi incappa nella rete della giustizia deve avere la fortuna di trovare un buon avvocato, cosa ormai non facile, a parte questo ci vuole un bel conto in banca per affrontare tali spese legali le quali raggiungono cifre da capogiro in base ai reati contestati.
Certo Beccaria si sta rivoltando nella tomba a tutto ciò Mario
IL TEMPO DELLE DECISIONI IMPORTANTI E’ ARRIVATO!!
Nessuno ci tolga neanche un giorno della nostra vita dato che non potrà mai restituire nulla che sia degno di tale perdita..
SENECA
La sua storia dott. Caiazzo è molto simile ha quelle che mi è capitato di sentire nei tribunali. Molte persone si trovano ingiustamente, a dover subire dei provvedimenti assurdi. Quanto meno denigratori, di una giustizia e rispettabilità della nostra classe giudicante, poca attenta alle sofferenza delle persone comuni.
Troppo spesso, si vede dei veri e propri “malfattori”, non solo depredare la loro vittima, ma deriderla e infine ucciderla, in nome di una INGUSTIZIA colpevole di spregio della vita umana.
Io personalmente non sono una vittima di malagiustizia ma sono a conoscenza di un tal genere di persecuzione subita da un mio caro amico. Essendo venuto a conoscenza che i magistrati appartenenti alla massoneria non possono essere deferiti ai tribunali “profani”, ed evidentemente credendo nella Giustizia, ha denunciato il fatto che si coprono vicendevolmente e inoltre si accordano con altri non massoni. Sono 9 anni che l’iter giudiziario si protrae con sentenze sempre negative, ‘debitamente’ emesse sempre nella medesima data, il 17 del mese, un loro codice di ‘appartenenza’o di ubbidienza,come ogni massone sicuramente potrebbe confermare se fosse disposto a farlo. Il procedimento è tutt’altro che chiuso, avendo comportato un onere finanziario molto pesante come è pesante reggere a tale iniquità, che ovviamente non colpisce solo il mio amico, ma se debitamente riconosciuta da chi di dovere, giudici di appello e CSM, scoprirebbe un vero vaso di Pandora.