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La successione ereditaria è regolamentata da un insieme di norme attraverso cui il patrimonio di un defunto viene diviso tra i suoi eredi. Vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta.


Le persone sono titolari, durante la loro vita, di diritti, di obblighi, di doveri: in sostanza, sono titolari di rapporti giuridici. Requisito fondamentale per essere titolare di un qualsiasi rapporto giuridico è la capacità giuridica, che si acquista al momento della nascita.

Al momento della morte viene meno la persona fisica e, necessariamente, viene meno anche la sua capacità giuridica.
Ma che fine fanno i rapporti giuridici del defunto? Le norme sulla successione per causa di morte (detta anche successione mortis causa) rispondono proprio a questo interrogativo.

La successione avviene in modo diverso a seconda dell’oggetto (successione a titolo universale e successione a titolo particolare) o a seconda dei soggetti (testamentaria, legittima, necessaria).

In questa voce di glossario approfondiremo la successione ereditaria a titolo universale.

Cos’è la Successione Ereditaria e Come si Articola

Il codice civile recita, all’art. 456, che “la successione si apre al momento della morte” e l’oggetto della successione è l’eredità. Nulla di più intuitivo. Ma cosa si intende davvero con questo termine?

Per eredità si intendono tutti i rapporti giuridici del de cuius, ovvero il defunto, quindi sia quelli attivi (per esempio, diritti di proprietà su beni mobili e immobili) sia quelli passivi (per esempio, debiti nei confronti di altre persone o imposte non pagate).

Insomma, “avere ereditato” non è sempre positivo: l’eredità, infatti, può nascondere diverse insidie. Per questo motivo il codice civile prevede che l’eredità debba essere accettata dagli eredi.

Ma prima di affrontare il tema dell’accettazione, diamo un occhio ai diversi tipi di successione.

Diversi Tipi di Successione: in Base all’Oggetto e in Base ai Soggetti

Come accennato poco sopra, essere eredi del defunto ha un significato giuridico e simbolico molto importante: gli eredi, infatti, è come se continuassero la personalità del defunto, assumendo in toto i suoi rapporti giuridici.

Ma può anche succedere che vi siano dei successori che non assumono la qualifica di erede, ma di semplici legatari. Questi ultimi acquistano solo dei diritti patrimoniali specifici, e non tutti i rapporti giuridici del defunto.

Vediamo dunque la prima distinzione in base all’oggetto:

  • Nella successione a titolo universale l’erede acquista tutti i diritti e gli obblighi del defunto.
  • Nella successione a titolo particolare colui che scrive il testamento decide chi assumerà solo diritti e obblighi determinati.

La seconda distinzione riguarda i soggetti:

  • Nella successione legittima manca, in tutto o in parte, il testamento e l’eredità passa per legge ai famigliari del defunto.
  • Nella successione testamentaria è presente un testamento con il quale il defunto aveva disposto per la sua eredità.
  • Nella successione necessaria è presente un testamento, ma il defunto ha sottratto delle quote di eredità che per legge spettavano ai suoi famigliari, che assumono il nome di legittimari: in Italia, infatti, non si possono diseredare completamente i parenti più vicini. Ai legittimari spetta dunque in ogni caso una quota di eredità.

Accettare o Rifiutare l’Eredità

Secondo l’art. 459, l’eredità “si acquista con l’accettazione”. Come abbiamo detto più volte l’eredità può essere “scomoda” per l’erede. Proprio per questo motivo il codice contempla due tipi di accettazione (art. 470 c.c.):

  • L’accettazione pura e semplice in cui l’erede unisce il suo patrimonio con quello del defunto, e pertanto sarà tenuto a pagare i debiti del defunto, anche nel caso in cui l’ammontare di questi ultimi fosse superiore alle somma ereditate.
  • L’accettazione con beneficio di inventario in cui l’erede non unisce il suo patrimonio con quello del defunto e quindi risponderà dei debiti nei limiti del valore dei beni ricevuti.

In ogni caso l’accettazione non può mai essere parziale.

L’accettazione può essere:

  • Espressa (475 c.c.): avviene con una dichiarazione formale, un atto pubblico o scrittura privata.
  • Tacita (476 c.c.): avviene con un comportamento che manifesti inequivocabilmente l’intenzione di accettare l’eredità.

Gli eredi possono anche rifiutare l’eredità: in questo caso faranno dichiarazione di rinuncia.
La rinuncia è una dichiarazione solenne con il quale gli eredi dichiarano la loro volontà di rinunciare al loro diritto successorio. La rinuncia va espressa tramite un documento formale.

La Dichiarazione di Successione

Dopo aver accettato l’eredità, gli eredi devono consegnare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione, in modo tale da calcolare le imposte da pagare sui beni e i crediti ricevuti. Senza questa dichiarazione non si può disporre dell’eredità.

La dichiarazione di successione deve essere presentata dagli eredi del de cuius (il defunto) entro un anno dal suo decesso e può avvenire con diverse modalità:

  • tramite un intermediario abilitato, per esempio una banca
  • presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate
  • online tramite il portale dedicato

Non è necessario presentare una dichiarazione di successione se il defunto non possedeva beni immobili o se l’eredità è minore di 100.000 euro. Esclusi questi casi, la dichiarazione è sempre obbligatoria.

Le Imposte di Successione

Gli eredi sono tenuti a pagare le imposte di successione, che vengono decise dall’Agenzia delle Entrate e variano a seconda del grado di parentela e della somma ereditata. Le imposte si applicano sia in caso di successione legittima che testamentaria.

Se vuoi approfondire l’argomento successione, puoi consultare il nostro articolo sull’eredità senza figli.

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