Sull’edizione odierna del quotidiano Il Mattino, Oscar De Simone descrive la triste vicenda di Claudio Volpe e della sua morte avvenuta prematuramente nel carcere di Poggioreale in circostanze poco chiare il 10 febbraio scorso.
Ad oggi, nonostante il caso abbia avuto un forte impatto mediatico, i familiari attendono ancora che il Tribunale di Napoli fornisca una spiegazione valida sulle dinamiche della morte del giovane a soli 34 anni.
Oscar De Simone, Il Mattino.it, 17 luglio 2019.
I familiari: “Vogliamo giustizia”. Sono ancora in attesa di risposte i familiari di Claudio Volpe, morto nel carcere di Poggioreale all’età di 34 anni.
Il decesso lo scorso 10 febbraio, avvenuto dopo tre giorni di febbre alta, non ha mai convinto i parenti che da subito decisero di approfondire la vicenda.
Nessuna indicazione però, sarebbe venuta dall’inchiesta dalla Procura di Napoli e dai risultati dell’autopsia. Cinque mesi di silenzio in cui ai dubbi si alterna lo sconforto.
“Non sappiamo che fare e a chi rivolgerci”, dichiara la sorella di Claudio, Santina.
“Ogni volta che il nostro avvocato va in tribunale gli vengono date risposte differenti rispetto ai risultati degli esami. A questo punto vogliamo vederci chiaro perché è assurdo morire con la febbre alta. Solo grazie ai suoi compagni di cella sappiamo qualcosa e cosa sia successo poco prima della morte”.
Proprio in quelle ultime ore di vita – secondo il racconto di chi era con lui in cella – Claudio avrebbe accusato una forte stanchezza. Un affaticamento che non gli avrebbe consentito neanche di lavarsi.
“Per questo motivo – continua Santina – mio fratello si sarebbe messo in branda chiedendo di essere svegliato dopo poco. Ma così non è stato. È stato trovato direttamente morto e nessuno sa cosa sia accaduto.
Adesso siamo disperati e insieme al nostro legale stiamo cercando tutte le risposte. Non ci fermeremo perché abbiamo ancora tanti dubbi e vogliamo essere certi di quello che è successo“.