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I costi della malagiustizia in Italia sono così ingenti che arrivano ad influenzare anche il PIL nazionale di un valore pari circa all’1%.


In questo articolo cerchiamo di capire quali sono le cause dei costi della malagiustizia che in Italia sono considerevoli. I risarcimenti sono un punto critico per lo Stato che si ritrova a versare grandi quantità di denaro ai cittadini.

La Situazione Italiana

La malagiustizia italiana non è solo fonte di costi umani ma anche economici. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, stima che circa l’1% del PIL (Prodotto Interno Lordo) italiano venga perso a causa dei costi della giustizia che non funziona come dovrebbe.

Parlando di numeri, solo nel 2015 l’Italia ha dovuto pagare 77 miliardi di euro per risarcire coloro che avevano subito dei processi troppo lunghi, ingiusta detenzione o comunque una violazione dei loro diritti.

Gli errori giudiziari inoltre si ripercuotono anche sulle carceri il cui tasso di sovraffollamento è un problema consistente.

I creditori, ovvero coloro che aspettano di ricevere un risarcimento, devono attendere circa 3 anni prima di ottenerlo. Queste tempistiche sono molto lunghe, anche in rapporto a quelle degli altri Paesi europei che con meno della metà del tempo riescono a pagare i loro debiti.

Usando i dati ufficiali del Ministero della Giustizia emerge che negli ultimi anni sono più di 700mila i procedimenti che violano le normative esistenti; il costo di questa inefficienza ammonta a circa 406 milioni di euro.

Lo studio della Commissione Tecnica di questo Ministero mette in luce come i casi di malagiustizia rappresentano per il paese un costo sociale oltre che un costo economico.

I Risarcimenti

Un parte del costo della malagiustizia italiana proviene dalle grandi quantità di denaro che lo Stato deve versare per i risarcimenti a causa di un processo troppo lungo o un’ingiusta detenzione.

Ingiusta Detenzione

L’ingiusta detenzione si verifica quando una persona è accusata di aver commesso un reato, ha scontato un periodo agli arresti domiciliari o in carcere di custodia cautelare, ma alla fine del processo è ritenuta innocente.

In questi casi quindi, la persona interessata ha diritto a un risarcimento per aver subito una restrizione della propria libertà personale.

Quando la persona ingiustamente accusata viene prosciolta, essa ha diritto a un’equa riparazione per il danno subito da richiedere alla Corte di Appello. Il calcolo per determinare l’ammontare del risarcimento si svolge prendendo in considerazione vari fattori.

I casi di ingiusta detenzione infatti sono molto comuni in Italia. Dal 1992 al 2018 le persone che hanno subito una detenzione senza aver commesso il presunto reato sono circa 26.412.

Lo Stato italiano ha dovuto risarcire tutti questi individui e con numeri così alti, la quantità di denaro da versare è considerevole.

Per saperne di più leggi una nostra rassegna stampa sul risarcimento per ingiusta detenzione.

Processi Troppo Lunghi

Partendo dall’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), l’Italia nel 2001 ha emanato la Legge Pinto che sancisce il diritto di un cittadino a un’equa riparazione nel caso in cui abbia subito un processo di durata irragionevole.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito in maniera chiara quali sono i tempi entro cui i processi devono concludersi.

Il termine ragionevole per la durata di un processo è fissato a 3 anni per una sentenza di primo grado, a due anni in secondo grado. In Italia, l’irragionevole durata dei processi è però cronica e quindi sono molte le volte in cui viene richiesto un risarcimento.

Il risarcimento in questo caso è inteso per riparare al danno subito. La cifra si calcola in base agli anni che eccedono la ragionevole durata del processo; va dai 500 ai 1500 euro per ogni anno in più.

L’equa riparazione è una delle voci di costo che influenza duramente il bilancio del Ministero della Giustizia. L’indebitamento di quest’ultimo è in parte causato dai contenziosi.

I Costi Delle Carceri

costi malagiustizia carcere aivm
costi malagiustizia carcere aivm

Un altro fattore che potrebbe spiegare gli ingenti costi della giustizia italiana, in particolare della malagiustizia, sono i numeri che fanno riferimento alla situazione carceraria.

In Italia il problema del sovraffollamento delle carceri è da tenere in considerazione. Ma esistono costi che potrebbero essere evitati.

Nel totale dei detenuti è presente un 34,4% di presunti innocenti. Sono coloro che si trovano in custodia cautelare in attesa di una sentenza definitiva e per lo stato sono considerati innocenti fino a prova contraria.

La media europea per questo dato è del 22%, l’Italia è al quinto posto per il più alto tasso di detenuti in custodia cautelare.

Nonostante le riforme in atto degli ultimi anni siano riuscite ad abbassare questa percentuale, ci troviamo ancora lontani da quella che è la soglia europea. Il ricorso alla custodia cautelare può risultare ingiusto e selettivo a volte, e spesso riguarda i cittadini più vulnerabili come gli stranieri.

Il problema della custodia cautelare in Italia è enfatizzato dall’irragionevole durata dei processi, come menzionato prima, per cui molte persone rimangono nelle strutture penitenziare più del previsto.

Questo è sicuramente un fattore che incide nei costi delle carceri e che potrebbe essere evitato con dei processi di ragionevole durata come previsto dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

Il Problema Degli Investitori

La malagiustizia ha anche altre conseguenze; non si parla solo di costi economici ma anche di occasioni perse. Gli investimenti nel nostro paese sono una grande fonte di risorse ma succede che molte holding preferiscano stare alla larga del nostro paese o investire altrove.

Gli operatori industriali e finanziari internazionali, conoscendo il clima socio-economico e giuridico del nostro paese, sono scettici se investire qui o meno. Inoltre, i lunghissimi tempi burocratici del nostro paese influiscono anche nei costi legali per questi potenziali investitori.

Per sbloccare una pratica, per assumere qualcuno, per ottenere un’autorizzazione o per riscuotere un credito occorrono tempi biblici per non parlare del rischio di ricorsi, impugnazioni e eccezioni procedurali che è sempre presente.

Gli investitori internazionali quindi spesso desistono dal voler investire nel nostro paese.

Il nostro sistema giudiziario quindi soffre di tutte queste tempistiche e congestioni e questo può rivelarsi un danno economico per l’Italia.

Conclusioni

I costi della malagiustizia in Italia sono punto cruciale per il nostro sistema giuridico. Grazie all’attuazione di pratiche che si attendono alla legislazione attuale i costi potrebbero sicuramente diminuire. É quindi necessario un grande sforzo da parte del nostro sistema giuridico affinché questo avvenga.

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